Dopo quattro anni il restauro, una delle domus più note del parco archeologico, riapre al pubblico la Casa dei Vettii celebre per i suoi affreschi a tema erotico.
L’edificio era chiusa al pubblico proprio per il restauro del ciclo decorativo oltre al consolidamento degli ambienti
Dopo vent’anni, dal ritrovamento alla fine dei lavori, la domus è nuovamente pronta per mostrarsi ai visitatori.
Grazie all’intervento congiunto di archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, strutturisti ed esperti di giardinaggio, è finalmente visibile uno dei cantieri archeologici più complessi degli ultimi decenni.
Il peristilio è stato restaurato con l’inserimento di copie delle statue originali mentre negli ambienti interni è stata posta molta attenzione al ciclo decorativo della domus.
Ai ringraziamenti del ministro Sangiuliano, che elogia l’impegno del “personale del parco archeologico per aver reso possibile questo autentico regalo al mondo”, fanno eco le parole di Osanna: “È una riapertura epocale che segna il termine di una storia di restauro lunga e travagliata, che negli ultimi anni si è avvalsa del modello vincente del Grande Progetto Europeo, sia nella gestione dei finanziamenti sia delle risorse umane, ma con la differenza che in questo caso il tutto è stato gestito, dalla progettazione agli interventi, con le forze interne del Parco, esempio riconosciuto a livello internazionale”. Mentre si sofferma sul valore della domus il direttore Zuchtriegel: “La casa dei Vettii è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la ‘casa museo’ della romanità per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo, di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche la vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile”.
Foto di Sailko, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons