Oltremodo Studio, società milanese, invita i colleghi di tutta Italia a rispondere al questionario per conoscere e mettere a confronto quanto accaduto negli ultimi mesi di pandemia nell’ambito del restauro e dei beni culturali.
Per “scattare una fotografia di una situazione in continua evoluzione e cominciare a immaginare nuove soluzioni”, queste le motivazioni che sottendono al lavoro di ricerca che ad oggi ha coinvolto circa 200 professionisti, in forma anonima, tra aziende e esperti del settore.
Mettere in comune le esperienze di un settore che con l’emergenza sanitaria per il Covid-19 si è fermato. Ad oggi la ripresa, anche grazie agli incentivi statali, vede il lavoro di restauratori e conservatori di beni culturali lentamente in recupero, ma resta interessante capire le prospettive.
Durante il lockdown il 70% dei restauratori interpellati non ha ricevuto indicazioni da proprietari ed Enti di Tutela su come agire e più del 50% non ha avuto modo di verificare le condizioni delle opere lasciate in laboratorio.
Solo il 15% ha potuto controllare costantemente e verificare lo stato di opere e lavori lasciati spesso anche in balia dei fenomeni ambientali e climatici.
In fase di ripresa il 65% dei restauratori privati ha in laboratorio opere sulle quali potrà riprendere il lavoro, mentre, il restante 35% al momento della sospensione stava lavorando nei musei o in cantieri esterni, quindi in fase di ri-avvio dei lavori.
Sarà sicuramente importante monitorare i prossimi mesi, ri-definire alcune modalità di intervento – anche a seguito delle nuove norme sul distanziamento sociale – e garantire la possibilità di cura e manutenzione delle opere in sicurezza, al fine di poter restituire alla collettività tutti i capolavori artistici e architettonici ad oggi in fase di lavorazione.
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