Quando si pensa al restauro l’immagine classica rimanda a opere d’arte ed edifici antichi ma anche i paesaggi possono essere riportati alle condizioni originarie con attente tecniche di recupero e cura. È quanto avviene solitamente nel restauro di giardini e spazi esterni come nel caso del del Compendio del Giardino del Convento della Chiesa palladiana del Santissimo Redentore a Venezia.
È infatti partito il restauro di una delle più belle oasi verde nel cuore della Laguna grazie alla Venice Gardens Foundation, che dal 2014 promuove il restauro e la conservazione di parchi, giardini e beni di interesse storico e culturale in città-
Venetia Hortus Redemptoris, questo il nome del progetto, oltre al restauro e alla conservazione, punta all’apertura al pubblico per la prima volta dell’Orto, dalle Cappelle di meditazione, dalle Antiche Officine, dalla Serra e dall’Apiario,
Il restauro del parco ed il Complesso Monumentale si estende per circa un ettaro dal canale della Giudecca fino alla Laguna è stato affidato a Paolo Pejrone, già allievo di Russell Page e Roberto Burle Marx, e autore, tra i numerosi progetti, del ripristino dell’Orto di Santa Croce in Gerusalemme a Roma.
Attraverso un finanziamento di due milioni dal pacchetto di recupero post-pandemico dell’Unione Europea, NextGenerationEU, è prevista la piantumazione di oltre 2.500 alberi e piant tra cui ulivi e cipressi, una vasca delle ninfee e un frutteto, ma anche piante di uva, rose, glicini e bignonie, che avvolgono i 400 metri di pergolati in castagno, oltre a un giardino di pitosfori e rose
Una speciale attenzione sarà riservata al benessere delle api, con la presenza di arnie e di attività di smielatura. “Un orto ben coltivato può esse un generoso e versatile compagno di lavoro (e di avventure e di vita); quello dell’orto è un affascinante e lungo viaggio a tappe fatto di partenze e di arrivi e non solo”, ha ricordato l’architetto Pejrone ad Artribune.
“È un onore per Venice Gardens Foundation poter concorrere a tramandare un Bene di così alto valore storico, simbolico e spirituale, attraverso il suo restauro e conservazione nel tempo”, ha dichiarato la presidente Adele Re Rebaudengo. “Un progetto reso possibile grazie sia alle affinità tra il carisma Cappuccino e la missione della Fondazione sia al proficuo confronto con i Frati del Convento, che ci ha portati, dopo due anni, ad iniziare il cantiere dei lavori il 30 gennaio. Un percorso che ha coinvolto tanti professionisti, istituzioni e generosi mecenati che partecipano con entusiasmo a questo nostro progetto, condividendone la visione e i principi: il valore del restauro, del rispetto e della protezione della natura in armonioso accordo. Un progetto attento al passato, ma rivolto anche al futuro con responsabile impegno, fedele al senso di responsabilità, sostenibilità, autosufficienza e al riconoscimento del ruolo fondante che questi luoghi ricoprono in un contesto sociale e comunitario attraverso la loro apertura che avverrà nel rispetto dello spirito del luogo”.
Foto di Luca Aless, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons