Grazie al trattamento con una fonte luminosa a una specifica lunghezza d’onda è possibile restaurare gli affreschi. É questa la nuova tecnologia messa a punto dall’Università di Bologna Alma Mater e realizzata in collaborazione con il CSIC – Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Spagna).
Il vero e proprio brevetto consiste in un metodo per la rimozione di cristalli di carbonato di calcio (CaCO3) dalle opere del patrimonio culturale, mediante il trattamento con una fonte luminosa a una specifica lunghezza d’onda.
La dissoluzione del carbonato di calcio (CaCO3) è favorita a pH<4, quindi è necessario ottenere valori di pH inferiori ad esso per ottenere una dissoluzione efficace. Nella tecnologia brevettata, i carbonati vengono trattati con una specifica miscela e irradiati con una fonte luminosa a una specifica lunghezza d’onda, consentendo così la loro dissoluzione. La dissoluzione dei carbonati attraverso la decrescita controllata del pH è un metodo di pulizia molto più preciso e sicuro.
Il metodo è applicabile a dipinti, affreschi, stampe, mosaici, sculture, monumenti.
“Poter utilizzare la luce per controllare la dissoluzione del carbonato di calcio fa sì che il processo possa avvenire in modo molto localizzato, con un’elevata precisione, solo nell’area illuminata”, spiega Marco Montalti, professore al Dipartimento di Chimica ‘Giacomo Ciamician’ dell’Alma Mater, che ha coordinato lo studio. Inoltre, basandosi sull’utilizzo di soluzioni acquose e utilizzando una sorgente luminosa a basso costo, questa tecnica è anche economica e sicura per gli operatori che si occupano di restauro”.
In particolare, “Gli affreschi hanno una costante necessità di restauro perché molto esposti ad agenti esterni, spesso più di altre opere d’arte, e il restauro viene tipicamente effettuato utilizzando solventi organici o materiali polimerici: interventi che sono spesso invasivi e poco selettivi” – spiega Arianna Menichetti, ricercatrice al Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” che ha partecipato all’ideazione della nuova tecnologia. – “Il progetto a cui abbiamo lavorato propone invece una tecnica di restauro locale, ottimale per gli affreschi, ma potenzialmente applicabile ad altre tipologie di opere d’arte come dipinti, stampe, mosaici, sculture e monumenti”.
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