Ancora una nuova scoperta nell’ambito del più ampio intervento di manutenzione e messa in sicurezza previsto dal Grande Progetto Pompei.
Il lussuoso larario, emerso già nel 2018, si arricchisce di nuovi elementi: l’ambiente adibito al culto dei “Lari”, numi tutelari della casa, con l’estensione dell’indagine archeologica degli ambienti superiori al primo livello e quelli del piano terra, posti di fronte al larario, hanno portato alla scoperta di stanze (due sopra e due sotto) che celano diversi arredi di cui è stato possibile realizzare i calchi, e di oggetti di uso quotidiano.
“Nell’impero romano c’era un’ampia fetta della popolazione che lottava per il proprio status sociale e per cui il ‘pane quotidiano’ era tutt’altro che scontato”, spiega il Direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. “Un ceto vulnerabile durante crisi politiche e carestie, ma anche ambizioso di salire sulla scala sociale. Nella casa del Larario a Pompei, si riuscì a far adornare il cortile con il larario e con la vasca per la cisterna con pitture eccezionali, ma evidentemente i mezzi non bastavano per decorare le cinque stanze della casa, una delle quali fungeva da deposito. Nelle altre stanze, due al piano superiore e raggiungibili tramite un soppalco, abbiamo trovato un misto di oggetti, alcuni di materiali preziosi come il bronzo e il vetro, altri di uso quotidiano. I mobili di legno di cui è stato possibile eseguire dei calchi sono di estrema semplicità. Non conosciamo gli abitanti della casa ma sicuramente la cultura dell’ozio a cui si ispira la meravigliosa decorazione del cortile per loro era più un futuro che sognavano che una realtà vissuta”.
“Pompei è una scoperta continua”, conclude Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei. “Ma soprattutto si conferma essere un inesauribile laboratorio di studio e ricerca, che consente di non mettere mai un punto finale alla ricerca, ma al contrario di aggiungere nuovi dati alla storia della città. Il Grande progetto Pompei, con il quale attraverso superiori esigenze di tutela si sono determinati altri scavi, ha consegnato al Parco archeologico un’esperienza e una metodologia che oggi viene perseguita in un regime ordinario, nell’ambito del quale continuano ad emergere eccezionali risultati”.
Photo by Mentnafunangann, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons