Dei 24,9 miliardi di euro, che l’ Unione Europea ha trasferito all’Italia per sostenere i primi 106 progetti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Missione 1 Turismo e Cultura 4.0 ha ricevuto ben 436 milioni di euro.
Parte di questi finanziamenti prevedono di sviluppare attrazioni locali meno conosciute, per ridurre la pressione sui grandi centri e, soprattutto in tempi di covid, creare flussi turistici sostenibili. É proprio in questo scenario che si innesta il Piano Nazionale dei Borghi.
Una strategia di rilancio economico basata sullo sviluppo dei piccoli comuni, da sempre meta secondaria, ma molto apprezzata dai turisti italiani e stranieri.
Si ipotizza un contributo medio pari a 4 milioni di euro per interventi su 250 borghi, di cui 800 milioni di euro per il recupero e la riqualificazione del patrimonio storico e degli spazi pubblici, per la realizzazione di piccole infrastrutture di servizio. Il secondo intervento prevede investimenti per 200 milioni di euro per il supporto a 2.500 imprese per un contributo medio a impresa pari a 80mila euro.
Un vasto intervento, di complessivi 300 milioni di euro, consiste in investimenti per il restauro di giardini storici e censimento dei beni culturali in formato digitale.
In particolare, per il censimento si prevedono 10 milioni di euro, mentre per il restauro e la riqualificazione si prevedono 290 milioni di euro. Si prevedono 110 interventi con costi per ettaro variabili da 50mila euro a 200mila euro, a seconda della tipologia e della complessità dell’intervento in questione: 5 parchi storici demaniali di grande rilevanza: Reggia di Caserta, Capodimonte, Villa Favorita di Ercolano, per un importo di 100 milioni di euro e 105 parchi storici e giardini da selezionare tramite gara pubblica per un investimento medio di 1,8 milioni di euro.
Non manca ovviamente un investimento per la sicurezza sismica volto alla realizzazione di interventi sismici preventivi per ridurre significativamente il rischio per i luoghi di culto, così da evitare i potenziali costi di ripristino dopo eventi calamitosi, oltre che la perdita definitiva di molti beni.
In questo ambito il piano prevede:
la messa in sicurezza antisismica dei luoghi di culto
il restauro del patrimonio Fondo Edifici di culto (FEC) sotto la tutela del Ministero degli Interni
la realizzazione di depositi per il ricovero delle opere d’arte coinvolte negli eventi calamitosi
la realizzazione del Centro Funzionale Nazionale per la salvaguardia dei beni culturali da rischi di natura antropica e naturale (CEFURISC), finalizzato a consentire un utilizzo più sinergico delle tecnologie esistenti e dei sistemi ambientali per monitoraggio, sorveglianza e gestione dei luoghi culturali.
L’ipotesi fatta, per il programma di protezione e prevenzione, è quella di intervenire su 500 complessi, 430 chiese e 70 strutture snelle, campanili e torri presenti nelle zone colpite da eventi sismici dal 2009 in avanti. Individuate le aree per il progetto Recovery Art, ossia la creazione di depositi temporanei per la protezione dei beni culturali in caso di catastrofe: ex centrale nucleare di Bosco Marengo-Alessandria, ex centrale nucleare di Caorso-Piacenza, ex centrale nucleare di Garigliano-Caserta.
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