Con le chiusure causa pandemia ormai alle spalle è tempo di bilanci anche positivi.
Infatti i cambiamenti, spesso repentini e sicuramente forzati, hanno permesso al nostro paese di affrettare un processo di ammodernamento inevitabile che ha portato importanti novità anche per il nostro patrimonio artistico e culturale.
Dalle indagini condotte dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano, risulta che l’80% dei musei nell’arco del 2020 ha offerto almeno un contenuto online.
Come indicato dall’Osservatorio, nell’ultimo anno l’offerta delle istituzioni culturali si è orientata sempre più verso il digitale.
In quasi metà dei musei, monumenti e aree archeologiche italiane vengono proposti laboratori e attività didattiche online (48%), così come tour e visite guidate (45%). È cresciuto inoltre il numero di musei che hanno pubblicato la collezione digitalizzata sul proprio sito web (dal 40% del 2020 al 69% del 2021) e il 13% si è cimentato anche sull’offerta di podcast.
Cresce la percentuale di musei, monumenti e aree archeologiche che offrono la possibilità di acquistare il biglietto online, passando dal 23% al 39% dei musei che hanno un sistema di biglietteria (pari al 65% del totale).
“Oggi sembrerebbe raggiunta la diffusa consapevolezza che fisico e digitale non si escludano a vicenda, ma che piuttosto siano l’uno il complemento dell’altro. Se però nel primo periodo di emergenza era accettabile un certo livello di approssimazione nella produzione di contenuti digitali, occorre ora investire su prodotti realizzati ad hoc e sulle competenze necessarie per la loro realizzazione, gestione e promozione. Questo al fine di evitare una mera traslazione in digitale di servizi precedentemente offerti in presenza e offrire, invece, una selezione specifica per la fruizione online da integrare con l’esperienza fisica diretta, in modo da garantire una fruibilità impensabile fino a solo pochi mesi fa” dichiara Eleonora Lorenzini, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali “Tutto ciò presuppone l’adozione di una logica strategica o almeno sul medio periodo. Purtroppo, sono ancora una minoranza, il 24% (esattamente come un anno fa), le istituzioni che si sono dotate di un piano strategico che comprenda anche l’innovazione digitale. Tuttavia, si sta dimostrando sempre più necessaria una pianificazione d’insieme degli interventi per affrontare un futuro incerto, ma ricco di prospettive per chi saprà adeguatamente strutturarsi per coglierle”
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