Nel corso della manutenzione invernale di una delle cupole absidali che circondano la preziosa Cupola del Duomo di Firenze, una squadra di operai dell’Opera di Santa Maria del Fiore – che da sempre si occupa di preservare i monumenti storici di Piazza del Duomo – ha rinvenuto numerose orme impresse sul cotto delle tegole. La notizia ha subito fatto il giro del mondo, vista la notorietà dell’opera.
Sulle tegole che ricoprono la Cupola del Brunelleschi sono state, infatti, individuate antiche impronte di animali come cani e gatti, volpi, faine ed alcuni esemplari di volatili. Fatta eccezione per gli uccelli, le altre impronte sono apparse subito piuttosto curiose. A nord, su una delle tegole più antiche, è spuntata per esempio l’impronta di un gatto, mentre a ovest sono state rinvenute le tracce del passaggio di un cane e di una volpe. Poco più avanti, in direzione est, c’è invece la zampata di quello che potrebbe essere stato un daino o un capriolo. Una faina, poi, ha lasciato una sua impronta a qualche metro di distanza. Diversi anche i segni degli animali che abitano il cielo: dalle colombe ai piccioni, dai falchi ai gufi passando per gli antichi rapaci.
Il mistero è stato svelato risalendo alla produzione artigianale della copertura in terracotta, avvenuta sulle colline del Chianti. Una lavorazione all’aperto che ha dato vita ad una sorta di passeggiata di questi animali durante l’essiccazione delle tegole in fase di lavorazione.
Filippo Brunelleschi costruì la Cupola rivolgendosi alle fornaci dell’Impruneta per le tegole della copertura e nel corso dei secoli le tegole danneggiate sono state sostituite con altre sempre fatte a mano e provenienti dall’Impruneta.
Le tegole essiccate all’aperto, all’epoca erano ovviamente soggette al passaggio degli animali che camminandoci sopra hanno lasciato impresse le loro impronte.
Sempre sulle tegole sono state individuate anche alcune marchiature probabilmente opera degli operai che hanno inciso piccoli simboli a ricordo del lavoro o per desiderio di immortalità. La copertura della crociera del Duomo di Firenze al momento della costruzione era la cupola più grande del mondo e rimane tuttora la più grande cupola in muratura mai costruita.
L’Opera del Duomo ha preso in seria considerazione la possibilità di effettuare uno studio approfondito sulla scoperta che ha suscitato grande curiosità da parte dei media internazionali.
Questo inaspettato zoo sulle tegole è l’ultima le tante curiosità che da sempre circolano sulla cupola di Santa Maria del Fiore, leggenda popolare vuole che Michelangelo Buonarroti, in una lettera al padre, poco prima della sua partenza per Roma avesse scritto, riferendosi alla Cupola che poco dopo avrebbe progettato per la Basilica di san Pietro, “Vo’ a Roma a far la su’ sorella, più grande sì, ma non più bella”.
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