Tutti i bravi restauratori sanno bene che un intervento di restauro su un’opera d’arte deve essere preceduto dalla raccolta, la più ampia possibile, di notizie storiche e di analisi a carattere scientifico sull’oggetto di lavoro.
Impostare in maniera corretta l’operazione di restauro significa infatti, approfondire le tecniche di realizzazione, scrutare millimetricamente i dettagli dell’ opera e analizzare microscopicamente i materiali utilizzati.
La diagnostica artistica è infatti l’insieme dei procedimenti e delle tecniche finalizzate alla conoscenza del processo creativo e del materiale di cui è composta un’opera.
Si tratta di un complesso di metodi di analisi, la cui elaborazione coinvolge esperti dei settori tecnico, scientifico e storico.
Esistono oggi strumenti sempre più performanti e precisi per studiare e valutare gli interventi su un dipinto. Ecco alcuni esempi:
Macrofotografia e Microfotografia
La prima serve a documentare gli aspetti iconografici, stilistici e tecnico-esecutivi (pennellata, densità, tessitura ecc..)la seconda per documentare un dettaglio della superficie dipinta
Fotografia della fluorescenza indotta da luce ultravioletta (UV) per distinguere i materiali della pittura, i pigmenti e i leganti così da individuare ad esempio che tipo di vernice superficiali o la presenza di ridipinture e di restauri.
Indagini all’Infrarosso (IR) per scrutare elementi invisibili all’occhio umano e spesso usata per definire l’autenticità di un dipinto.
Radiografia
Tra le prime applicazioni scientifiche nel campo del restauro, la radiografia a raggi X permette di indagare la struttura interna dei dipinti, ricavando informazioni preziose, ad esempio sulle caratteristiche degli strati preparatori come la presenza di abbozzo o eventualmente diverse impostazioni del disegno di base modificato poi successivamente dall’artista in fase di pittura.
Ovviamente queste sono solo alcune delle tecniche, sempre più sofisticate, che vengono utilizzate in fase di diagnostica artistica, una disciplina nata nel ‘700 che ha visto nella seconda metà del XIX secolo un’ascesa importante.
Oggi la collaborazione tra tecnici di laboratorio e storici dell’arte ha reso questa disciplina tanto interessante quanto trasversale.
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