Il 2023 si è aperto con l’avvio di imponenti progetti di restauro nel nostro paese. Complici i finanziamenti post covid, messi a disposizione dall’Europa, questo nuovo anno promette tantissimo in termini di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico italiano.
Ecco alcuni esempi:
Con un finanziamento di 720 mila euro sono stati avviati i lavori di restauro che vedranno protagonista la Cavallerizza Reale di Palazzo dei Normanni a Palermo, ai quali si affianca anche una campagna di scavi archeologici che interesserà l’area dell’edificio, nell’ambito del progetto “Palazzo dei Normanni e piazza della Vittoria, ricerche archeologiche e valorizzazione di Palermo di età Arabo-normanna”. “Il recupero”, sottolinea una nota della Regione Siciliana “è finalizzato a consentire la riqualificazione dell’antico maneggio in un monumentale salone per conferenze e consiste nello smantellamento di tutte le strutture che formavano il sistema degli uffici impiantato al suo interno. Il progetto punta a bloccare il degrado della Cavallerizza e renderla funzionale, attraverso la rimozione delle strutture prefabbricate, la ripavimentazione, la spazzolatura, la pulitura e il consolidamento delle pareti, la collocazione di nuovi infissi in legno e degli impianti (elettrico, antincendio, sicurezza, sorveglianza)”.
Il dipinto del 1472 di Pietro Perugino è stato protagonista di un intervento di restauro in occasione dell’esposizione che nelle scorse settimane lo ha visto alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, dal titolo “Il meglio maestro d’Italia”. L’intervento di restauro è stato possibile grazie al finanziamento di Coop Centro Italia e all’impegno di Fondazione NOI Legacoop Toscana.
Un meraviglioso olio su tela commissionato tra il 1630 e il 1638 da Taddeo Barberini, nipote di papa Urbano VIII, ad Andrea Camassei, e conservatao nelle Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini a Roma.
Il restauro è il frutto della sinergia tra Teleperformance Italia, che sponsorizza i lavori di restauro, e l’Associazione Civita. “Il restauro de ‘La caccia di Diana’ è un’importante iniziativa, testimonianza del modello vincente di collaborazione tra pubblico-privato, in grado di contribuire alla valorizzazione, tutela e fruibilità del nostro patrimonio artistico”, sottolinea Flaminia Gennari Santori, Direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. “La reciprocità tra le istituzioni pubbliche e le aziende private diventa chiave strategica per incrementare le risorse economiche e migliorare la capacità di intervento dei nostri musei. Grazie a questa partnership sarà possibile ammirare nuovamente in tutto il suo splendore un’opera il cui autore ha avuto un ruolo di primo piano per i Barberini, ma anche per altre nobili famiglie romane quali gli Altieri e i Caracciolo”.
Foto di Pietro Perugino, Public domain, via Wikimedia Commons