L’arte contemporanea ricorre spesso all’impiego di materiali non tradizionali, il restauro in quest’ambito pone, quindi, delle problematiche specifiche.
Invecchiamento e frequenti spostamenti a cui sono soggette le opere d’arte uniti al progressivo deterioramento di materiali inconsueti mettono a dura prova i tecnici del restauro che sono quindi chiamati ad un costante aggiornamento sulle modalità e le innovazioni nel settore.
Metodi e tecniche devono rispettare non solo i materiali ma devono necessariamente essere applicati attraverso una profonda conoscenza delle valenze estetiche e della carica concettuale dell’opera.
É noto che le opere degli ultimi trent’anni valorizzano gli aspetti della fruizione e della valorizzazione trascurando o sottovalutando le esigenze di protezione e salvaguardia materica.Si pensi ad esempio allo squalo di Damien Hirst o alla scultura “Self” di Marc Quinn (una scultura della sua testa fatta con il suo stesso sangue congelato).
La mancanza di consapevolezza da parte degli artisti non deve però tradursi una disapplicazione dei principi fondamentali della teoria del restauro.
I nuovi approcci sono sicuramente sfidanti per chi si occupa di conservazione, ma rifacimenti e sostituzioni arbitrari non sono ammessi: è più che necessario elaborare progetti di intervento ispirati al massimo rispetto per l’opera e finalizzati all’approfondimento delle tecniche stesse o all’individuazione di particolari soluzioni conservative.
Sostituire, ripristinare, aggiustare, recuperare…tutto è permesso se si rispettano i canoni e i principi del lavoro e dell’artista.
É infatti innegabile che esiste spesso un vantaggio strepitoso per i restauratori: il confronto con l’artista. La possibilità di concertare gli interventi, studiare assieme le tecniche e i metodi da applicare, avvantaggia il professionista nella conoscenza dell’opera e nell’individuazione di soluzioni nuove.