
Pompei: una scoperta continua
21 Settembre 2021
Le indagini stratigrafiche
4 Ottobre 2021
La tecnologia digitale trova oggi sempre più applicazione nell’ambito della conservazione e del restauro dei beni artistico-culturali, grazie a soluzioni innovative, pratiche e molto spesso decisamente economiche.
La stampa 3D è sicuramente, tra le nuove tecnologie, quella più aderente al lavoro di recupero sia in ambito puramente artistico (si pensi ad esempio alle sculture) che architettonico.
Restauri e recuperi artistici in 3D trovano sempre più spazio nel settore dei beni culturali, spesso davvero essenziali per il corretto ripristino di capolavori sia antichi che moderni.
La stampa 3D permette infatti di realizzare in modo molto veloce ed economico un oggetto e di valutare le specifiche prima di avviare i lavori in senso stretto.
Si tratta di creare modelli per capire subito quali scelte operare, ridurre al minimo le modifiche e di conseguenza abbassare i costi di lavorazione. Ricostruire parti di monumenti attraverso i plastici in tre dimensioni, inoltre, ci aiuta a valutare l’impatto estetico e comprendere meglio i dettagli grazie all’ elevata precisione e qualità, ad esempio, nella realizzazione di particolari architettonici di pregio per attività di restauro e recupero.
Dal punto di vista tecnico le operazioni da fare possono essere sintetizzate in scansione, modellazione e stampa 3D.
Volendo ricostruire le parti mancanti di sculture o di altri elementi artistici e architettonici di diversa tipologia e dimensione, il primo passo e quello di ricreare un’immagine dell’oggetto attraverso l’impiego di scanner speciali. L’attuale qualità di scannerizzazione e di acquisizione raggiunta permette in un intervento assolutamente non invasivo per l’opera.
Effettuata la scansione, i restauratori possono studiare le problematiche nei minimi dettagli e valutare quindi le possibili attività da compiere.
L’impiego dello scanner 3D, che riproduce digitalmente l’opera, si affianca infatti a programmi specifici per la progettazione e modellazione delle eventuali parti mancanti così da riuscire persino ad ipotizzare come l’opera era stata originariamente costruita in caso di informazioni del tutto mancanti.
Oltre al supporto dei rendering virtuali, questo processo permette oggi di creare simulazioni e di dare corpo alle diverse ipotesi di lavoro, passando quindi dal campo del restauro filologico al restauro creativo vero e proprio.
L’ultimo passaggio consiste nella realizzazione della stampa 3D che realizza con velocità, qualità ed efficienza ogni elemento scannerizzato.
In passato usata per creare prototipi per il controllo di qualità e la pre-visualizzazione, oggi la stampa tridimensionale di un oggetto permette anche la ricostruzione dei parti mancanti di opere d’arte (decorazioni, parti di sculture ecc…) rendendo quasi impossibile distinguere gli elementi nuovi da quelli originali.
La creazione in tre dimensioni si ottiene attraverso speciali stampanti (ne esistono di diverse dimensioni) che modellano filamenti eterogenei (resine, plastiche, ecc…) solidificati da un collante e, all’occorrenza colorate con inchiostri speciali direttamente spruzzati in fase di stampa.
Si tratta sicuramente di un alleato fondamentale per i restauri e i recuperi artistici. Un notevole passo in avanti in un campo che ha sempre fatto del connubio con la tecnologia e la scienza un punto di forza essenziale.
]>