L’incendio divampato alcune settimane fa nella Cattedrale di Nantes ha riportato subito la memoria al fuoco che ha distrutto la Cattedrale di Notre Dame a Parigi nell’aprile del 2019.
Le immagini hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica tutta la fragilità e la vulnerabilità degli edifici antichi, la spesso presente inadeguatezza dei sistemi di protezione e la necessità di nuove soluzioni per il recupero e la salvaguardia dei monumenti colpiti da incendi.
In questo articolo vogliamo fare alcune considerazioni sugli edifici antichi colpiti da eventi del genere.
Determinante è valutare l’entità dei danni sulla struttura, ma soprattutto studiare un adeguato progetto di restauro.
Edifici come Notre Dame, e moltissime chiese in Italia hanno una carpenteria lignea che in caso di incendi mette a rischio anche la tenuta di transetti e navate.
Infatti, gli edifici storici sono estremamente vulnerabili agli incendi per la grande quantità di legno usata per la costruzione nei solai, nelle false volte e nella copertura.
Le coperture a carena di nave rovesciata e le cupole sono particolarmente esposte, le carpenterie di legno – generalmente molto decorate – tendono a propagare il fuoco velocemente.
La copertura in piombo può attirare i fulmini durante un temporale e la presenza di intercapedini tra la cupola interna e la calotta esterna o di vani praticabili sopra le volte tendono a generare un effetto camino che alimenta velocemente anche piccoli focolai.
La grande altezza di questi edifici rende poi molto difficile spegnere l’incendio tempestivamente.
Le pareti perimetrali, solitamente, non subiscono danni rilevanti. Vetrate e rosoni, tuttavia, spesso possono essere gravemente deformati dal calore.
Durante un incendio i problemi si sommano a causa dell’azione combinata del fuoco, delle alte temperature e dei getti d’acqua usati nello spegnimento.
Il recupero è decisamente complesso: alcuni passaggi – dal punto di vista tecnico – come il consolidamento delle volte e delle murature possono essere meno impegnativi. Si pensi agli interventi fatti dopo un terremoto come quello della Basilica Superiore di Assisi gravemente danneggiata nel 1997.
Altri interventi possono essere decisamente più complicati, come ad esempio la ricostruzione della carpenteria in legno. Si pensi ai soffitti a cassettoni, ad esempio.
In questo caso più che un restauro si tratta di una vera e propria ricostruzione. Ma come?
Una ricostruzione filologica con legno massiccio e le tecniche tradizionali?
Una nuova struttura in legno (eventualmente lamellare) completamente ripensata oppure una carpenteria metallica? O addirittura la non ricostruzione?
Ovviamente non esiste una risposta univoca. Resta invece chiaro il bisogno di individuare sistemi di protezione e prevenzione adeguati.
Una manutenzione attenta e costante può’ ridurre la necessità di grandi interventi di restauro potenzialmente rischiosi. Alcuni gravi incendi sono infatti avvenuti proprio in concomitanza di un cantiere di ristrutturazione: non solo Notre Dame, ma il precedente più noto riguarda la Cappella della Sacra Sindone nel Duomo di Torino nel 1997.
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