Il restauro dei marmi è un’arte antica che richiede una grande quantità di esperienza e conoscenza per essere eseguita correttamente. Con l’avanzare del tempo, sono state sviluppate nuove tecniche che permettono ai restauratori di lavorare in modo più preciso ed efficiente.
Una delle tecniche più innovative è l’utilizzo della scansione laser 3D. Questa tecnologia consente di creare un modello digitale preciso del pezzo da restaurare, che può essere utilizzato per identificare le zone danneggiate e per pianificare il restauro. Inoltre, consente di creare copie esatte del pezzo originale per scopi di studio o per esposizione.
Un’altra tecnologia utilizzata è la termografia infrarossa. Questa tecnologia consente di rilevare le variazioni di temperatura sulla superficie del marmo, il che può indicare la presenza di umidità o di danni strutturali. Ciò permette ai restauratori di identificare rapidamente le zone problematiche e di intervenire tempestivamente per evitare ulteriori danni.
Il consolidamento chimico è un’altra tecnica utilizzata nei restauro dei marmi antichi. Consiste nell’utilizzo di resine e soluzioni chimiche per rinforzare le zone fragili del marmo, evitando così la rottura o la perdita di parti del pezzo.
Infine, una tecnica sempre più utilizzata è quella di impiegare materiali micropermeabili per il rivestimento dei marmi antichi. Questi materiali consentono al marmo di “respirare” evitando la formazione di condense, ma al contempo proteggono il marmo dalle intemperie e dai danni causati dall’inquinamento.
In generale, le nuove tecniche di restauro dei marmi antichi permettono un intervento più preciso e mirato, con l’obiettivo di preservare il patrimonio storico e artistico per le generazioni future.
Foto di Carlos Felipe Ramírez Mesa su Unsplash