Istituto Centrale del Restauro (ISCR) lavora, fin dagli anni ’80 sugli effetti nocivi dell’inquinamento del patrimonio storico-artistico esposto all’aperto.
In collaborazione con l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e Servizi Tecnici (APAT), dal 2000, è stata avviata una costante valutazione di soglie di tolleranza per i monumenti nei confronti delle principali sostanze inquinanti e una definizione delle modalità operative da adottare per il restauro.
L’urbanizzazione e l’industrializzazione, l’aumento della popolazione e del traffico nelle nostre città hanno provocato una costante crescita delle emissioni in atmosfera di sostanze dannose per i materiali costitutivi dei monumenti e degli edifici storici del nostro paese.
Statue, palazzi e fontane sono tra le opere più esposte ad un costante deterioramento legato al tempo e al clima, tuttavia il processo di decadimento è fortemente accelerato negli ultimi decenni.
É chiaro oramai che l’interazione fra i monumenti esposti all’aperto e l’ambiente urbano inquinato si modifica col passare del tempo e necessita interventi sistematici di tutela e prevenzione.
Il degrado di un manufatto è, infatti, un processo progressivo e irreversibile, che dipende dal tipo di materiale e dall’agente fisico-chimico coinvolto.
Inoltre, incidono anche l’esposizione, i venti, il clima la morfologia del manufatto, la presenza o meno nell’architettura degli elementi di protezione come le coperture, gli infissi, gli intonaci, ecc…
Le sostanze che sono in grado di deteriorare un’opera possono provenire da fonti diverse, in particolare:
1) processi di combustione in ambito industriale e domestico che generano inquinanti aeriformi, quali anidride carbonica, biossido di zolfo, particelle carboniose;
2) traffico veicolare, attraverso produzione di ossidi di carbonio, azoto e zolfo, particolato, polveri provenienti dall’usura di manti stradali, di pneumatici ed idrocarburi incombusti;
Anche su molte opere d’arte custodite nei musei sono oggi evidenti i danni causati dagli inquinanti atmosferici: erosione e scolorimento dei dipinti, sfibratura e opacizzazione dei tessuti, rigonfiamenti del legno, annerimento dei marmi, fragilizzazione e polverizzazione superficiale delle pelli sono alcuni degli effetti che particolato, ozono e gas acidi provocano sugli oggetti conservati negli ambienti museali. É importante allora che l’attuazione di politiche virtuose volte a ridurre l’inquinamento siano anche attente alla conservazione del nostro patrimonio storico artistico.
Preservare il più possibile da tali agenti di degrado è essenziale, ma soprattutto attuare subito interventi di restauro e manutenzione al fine fronteggiare gli effetti dannosi indotti fino ad oggi dall’inquinamento.
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