Il restauro architettonico di chiese e palazzi molto spesso richiede interventi massicci di consolidamento strutturale. Spesso questo consolidamento parte dalle fondazioni.
Le cause dei dissesti possono essere natura geotecnica: pendii instabili, terreni di fondazione cedevoli, degrado delle caratteristiche meccaniche dei terreni, deterioramento dei materiali costituenti la struttura di fondazione, terremoti, scavi di gallerie, abbassamento del livello di falda e subsidenza, etc…
Il consolidamento strutturale degli edifici storici quindi costituisce un tassello del più ampio progetto di restauro e come tale rimane sempre un’operazione complessa che richiede conoscenza storica, sensibilità critica e nozioni tecniche.
Una buona metodologia di intervento deve seguire:
analisi diretta con verifica del quadro fessurativo
rilievo diretto e strumentale
storia statica dell’edificio
analisi dei dissesti attraverso l’osservazione diretta e strumentale
restituzione del quadro fessurativo sul rilievo
studio delle specifiche tecniche storiche e dei materiali adottati nella costruzione
progetto dell’intervento e realizzazione
verifica e monitoraggio degli esiti
A seconda delle caratteristiche i professionisti incaricati possono vagliare diverse soluzioni di intervento. Ecco le più comuni:
Iniezioni nel terreno di resine e di malte cementizie
Questo metodo di consolidamento, sviluppato ed evoluto nell’ultimo ventennio può essere applicato singolarmente o in abbinamento ad altre tecniche.
Si tratta di un sistema rapido e poco invasivo e dal costo contenuto.
Tuttavia richiede una profonda conoscenza del sito e delle caratteristiche chimico fisiche del terreno. Infatti, la medesima soluzione applicata su terreni diversi può portare a risultati differenti anche in termini temporali.
È quindi importante avere una valutazione precisa circa l’iniettabilità del terreno, la durabilità e le profondità che si riuscirà a raggiungere.
Allargamento della base fondale
L’allargamento della base fondale redistribuisce i carichi su una porzione di terreno più ampia.
Si tratta di un’operazione molto complessa: la prima operazione da eseguire è lo scavo attorno alla fondazione, prestando particolare attenzione allo scalzo delle fondamenta. Successivamente si affiancano alla fondazione esistente dei cordoli in calcestruzzo armato. Infine, dopo aver impermeabilizzato la fondazione, si ricopre lo scavo con il materiale più adatto.
Durante i lavori il rischio di crolli è reale, si interviene infatti progressivamente su spezzoni di fondazione.
In ogni caso affidarsi ad una ditta qualificata e certificata è un dovere imprescindibile vista la delicatezza degli interventi.
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