
Il restauro nell’Arte Contemporanea
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Il consolidamento delle strutture in fase di restauro
21 Gennaio 2021Ogni restauratore professionista oltre alla conoscenza approfondita di tecniche e strumenti, appresi in anni di studio e di esperienza, lavora garantendo il rispetto di principi fondamentali.
Cesare Brandi nella sua Teoria del restauro afferma che il restauro è «il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro».
Tale responsabilità verso l’opera ma anche il futuro si traduce in 5 principi riconosciuti da tutti i professionisti del settore: riconoscibilità, reversibilità, compatibilità, minimo intervento, interdisciplinarietà.
Riconoscibilità: ogni intervento di restauro deve essere riconoscibile, ogni parte aggiunta deve essere individuata e distinta rispetto all’originale per evitare una lettura sbagliata dell’opera. Senza recare disturbo alla visione dell’opera, la parte restaurata deve essere chiara ma non invadente, e si deve evitare di praticare un restauro di fantasia alterando l’opera.
Reversibilità: qualsiasi intervento di restauro, sia “conservativo” che “estetico”, deve poter essere rimosso senza danneggiare l’originale.
Compatibilità: i materiali usati non devono recare danno fisico ne estetico ai materiali originali, e soprattutto devono devono avere le stesse proprietà chimico-fisiche-meccaniche dei materiali originali.
Minimo intervento: per il rispetto dell’opera originale occorre limitare l’intervento di restauro al minimo indispensabile. così da garantire il rispetto di tutte quelle informazioni sulla costituzione e sulla storia di un manufatto.
Interdisciplinarietà: è necessario che chi si occupa del restauro collabori attivamente con professionisti di altre discipline come lo storico e il chimico. Ricerca e scambio di conoscenze allo scopo di ottenere un lavoro più completo e rispettoso possibile.
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