Negli ultimi cinquant’anni tanti sono stati i restauri di dipinti e sculture di cui si è parlato molto, criticando gli interventi o lodando l’audacia dei restauratori.
In questa breve carrellata vogliamo ricordare i più celebri, i più seguiti dalla stampa internazionale e sicuramente i più importanti sotto il profilo tecnico e il valore artistico.
1) Leonardo, “Ultima cena” (Milano, Chiesa di Santa Maria delle Grazie)
Capolavoro rovinato o salvato in modo miracoloso? Il lavoro che ha coinvolto diversi tecnici restauratori tra il 1978 e il 1999 ha davvero diviso i critici. Ancora oggi è infatti oggetto di polemiche anche tra i non addetti ai lavori.
2) Michelangelo, Affreschi nella Cappella Sistina (Città del Vaticano)
Tra il 1980 e il 1994 critiche, appelli al papa e mobilitazioni di artisti non mancarono di accompagnare i lavori sul capolavoro del Rinascimento italiano.
Polemiche che non si placarono nemmeno di fronte agli splendidi colori degli affreschi liberati dal fumo secolare che portarono alla luce i rossi sgargianti e gli azzurri brillanti cari a Michelangelo.
3) Michelangelo, David (Galleria dell’Accademia, Firenze)
Nel 2002 ancora un opera di Michelangelo torna sotto i riflettori della critica internazionale: David, il restauro della discordia.
Un seguitissimo appello fu lanciato dallo storico d’arte newyorkese James Beck e da Artwatch International contro la pulitura del David con acqua distillata e carta giapponese ritenuto inadeguato e deleterio ma, tra le mille polemiche, il partito del “restauro bagnato” trionfò.
4) Cimabue, affreschi della volta (Assisi, Basilica di San Francesco)
La ricostruzione della Basilica di Assisi e degli splendidi affreschi di Giotto e Cimabue dopo il terremoto del 1997 fu sicuramente il lavoro di restauro più seguito dall’opinione pubblica. Ricomporre frammento dopo frammento le opere distrutte non solo ha generato qualche polemica ma di sicuro ha tenuto con il fiato sospeso l’intero mondo dell’arte, gli studiosi e gli appassionati, con decine i restauratori impegnati nel lavoro di quello che è stato chiamato “il cantiere dell’utopia” (60.000 le ore impiegate!).
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