La sostenibilità di un intervento di restauro è decisamente importante, ma non sempre si dispone di tutti i fondi necessari. Se pensiamo ad esempio alle piccole parrocchie o ai comuni meno popolosi ma ricchi di edifici storici, non è scontato che i budget per tali lavori non siano sempre disponibili.
In questo articolo alcuni consigli per trovare contributi esterni e avviare i lavori.
In primo luogo, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs 42/2004) prevede delle forme contributive per interventi conservativi o di restauro su beni culturali di proprietà statale, regionale, degli altri enti pubblici territoriali nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico, dichiarati di “interesse artistico, storico o etnoantropologico”.
È possibile quindi rivolgersi al Ministero per i Beni e le Attività Culturali o alle Soprintendenze competenti.
Ovviamente non sempre è facile accedere ai fondi ministeriali e spesso rivolgersi ai privati più essere la soluzione migliore.
In questo caso, lo Stato ci aiuta attraverso Art bonus.
Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura (come previsto dalla legge art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i), potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.
In particolare, attraverso un’erogazione liberale si può contribuire a tutelare il patrimonio culturale e, in tre anni, ottenere la detrazione fiscale dalle imposte del 65% di quello che si è donato.
Una fonte alternativa di possibile finanziamento sono le Fondazioni, che sempre più spesso promuovono interventi di restauro dei beni culturali.
Diverse le aziende che sponsorizzano i grandi restauri, si pensi al restauro del Colosseo di parte della Tod’s di Della Valle o alle attività di Ferragamo per Firenze. In questo caso, se non è possibile avere partner eccellenti è comunque buona prassi chiedere alle aziende e associazioni che operano nel territorio.
Infine, negli ultimi anni si sta sviluppando anche in Italia uno strumento molto potente di partecipazione e finanziamento: il crowdfunding.
Attraverso diverse piattaforme web è possibile avviare un finanziamento collettivo, una raccolta fondi dal basso, chiedendo un microfinanziamento (a partire da pochi euro) ad una moltitudine di persone.
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