É stato sicuramente la notizia più commentata nel settore dell’archeologia: il ritrovamento di decine di antiche statue in bronzo a San Casciano dei Bagni. Definita dal Direttore Generale Musei Massimo Osanna «la scoperta più importante dai bronzi di Riace». Un “ritrovamento eccezionale” che comprende 24 statue di bronzo, 5 delle quali alte quasi un metro, e perfettamente integre, oltre 5mila monete in oro, argento e bronzo, riemerse grazie alla campagna di scavo al santuario etrusco-romano del Bagno Grande, nel Senese.
Sarà compito dell’ Opificio delle Pietre Dure di Firenze quello di ripulire e restaurare il tesoro ritrovato.
L’Opificio delle Pietre Dure è un istituto centrale dipendente dalla Direzione generale educazione e ricerca del Ministero della cultura che si occupa del restauro, della manutenzione delle opere d’arte e dell’insegnamento del restauro. Si tratta di uno degli istituti più importanti e rinomati nel campo del restauro non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.
L’istituto nasce nel 1975 grazie alla legge del Ministero per i beni culturali e ambientali che raggruppava tutti i laboratori di restauro fiorentini garantendone lo status di autonomia di cui l’antica istituzione già godeva.
Diversi sono i settori di restauro: dagli arazzi e tappeti all’archeologia, dai bronzi e armi antiche ai mosaici, ai dipinti alle sculture, passando per tappeti e l’oreficeria.
Requisito indispensabile per l’ammissione al concorso, per cittadini italiani, europei ed extracomunitari, è il possesso del diploma quinquennale di scuola secondaria superiore o quadriennale più un anno integrativo.
L’accesso avviene tramite concorso pubblico internazionale, bandito annualmente dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.