Quando si parla di tematiche della conservazione, restauro e valorizzazione dei siti di interesse culturale del nostro paese, l’immagine che si produce rimanda a scavi archeologici e chiese medievali, palazzi rinascimentali e dipinti barocchi.
Tuttavia sempre più interesse ricopre oggi il tema della conservazione e della valorizzazione dei siti di interesse culturale che si concentra sugli spazi industriali dismessi.
Nata intorno alla metà degli anni Cinquanta del Novecento in Inghilterra la definizione di archeologia industriale si riferisce a varie discipline che si occupano di osservare e studiare gli aspetti materiali che testimoniano l’avvento della rivoluzione industriale. L’interesse di archeologi e storici dell’arte e dell’architettura si è focalizzato sull’affascinante obsolescenza di strutture, come fabbriche e industrie, di fine ‘800 e primi del ‘900.
Il termine “archeologia” in questo settore resta fondamentale se si accetta il principio che questo patrimonio di complessi o edifici hanno rappresentato una svolta rivoluzionaria nell’industrializzazione di un’area geografica, di un paese o di un popolo, al pari delle testimonianze delle civiltà passate.
In Italia, ad esempio, la prima definizione che viene data, nel 1967, è di “testimonianza materiale avente valore di civiltà”.
Questi luoghi oggi sono oggetto sempre più spesso di recupero e riutilizzo, necessari anche ad evitarne il degrado.
Archivi, biblioteche, spazi espositivi, laboratori teatrali e musicali permettono alla memoria del passato di rigenerarsi in nuove creatività.
Esempi di queste ristrutturazioni sono il Lingotto e il Parco Dora di Torino, storico stabilimento di produzione FIAT, il Museo della Gare d’Orsay, ex stazione ferroviaria a Parigi, l’ex zuccherificio di Cecina vicino a Livorno.
In Emilia Romagna, sono visitabili il Museo Magi’900 di Pieve di Cento, ricavato in un silo del grano di inizio secolo; la Fornace Cavallini ex fabbrica di mattoni e l’ex Mangimificio Martini di Ravenna.
Foto:Britchi Mirela, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
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